Rimini | Aeradria, cda Carim approva un piano di sostegno a ricapitalizzazione
Il consiglio di amministrazione di Banca Carim ha approvato oggi “il progetto di favorire il sostegno finanziario ad Aeradria conferendo i propri crediti nel capitale della società, per consentirne la indispensabile ricapitalizzazione”. A muovere la banca in tale direzione le “numerose manifestazioni di interesse pervenute anche da altri importanti creditori a partecipare alla operazione di ricapitalizzazione prospettata dalla Banca; ed ha altresì preso atto dei risultati confortanti di una pre-analisi di carattere industriale sulla fattibilità di un programma di ristrutturazione aziendale che, partendo dalla ricapitalizzazione della Società, ed attuando una serie di altri interventi che sono stati giudicati sostenibili, mira ad assicurarne il riequilibrio della gestione e l’avvio del risanamento”.
“Il nostro piano immaginato per Aeradria è la concreta dimostrazione di quanto siamo impegnati per risolvere, se possibile, il dissesto di Aeradria, immaginandone anche una prospettiva di attività”, ha commentato il presidente di Carim, Sido Bonfatti. “Banca Carim ha sempre fatto la sua parte, assumendosi ogni volta responsabilità e rischi connessi; lo ha fatto in passato e anche durante il periodo nel quale era sottoposta a Commissariamento. Ha finanziato gli investimenti di Aeradria e ha anticipato gli apporti che sarebbero dovuti arrivare dai Soci. L’iniziativa adottata dal nuovo Consiglio di Amministrazione è ora un ulteriore contributo, sia economico che progettuale, alla complessiva tutela dello scalo aeroportuale, che si propone di salvaguardare una infrastruttura di interesse comune insieme alla legittima e doverosa tutela dei crediti della Banca”.
La decisione del cda arriva anche dopo la dichiarazione di inammissibilità di Aeradria al concordato in continuità da parte del giudice, “che espone la Società a oggettivi rischi di continuità aziendale”, per cui “Banca Carim ha deliberato di verificare immediatamente anche la tenuta finanziaria del piano industriale già delineato, affinché Aeradria sia messa in condizione di valutare in tempi brevi, nella autonomia decisionale che deve continuare a caratterizzarne l’attività, l’opportunità di avvalersi della collaborazione che le viene offerta dai maggiori creditori”, ovvero la trasformazione dei crediti in quote azionarie che nei piani di Carim porterà i creditori a diventare soci di maggioranza e quindi favorirà la privatizzazione del Fellini.
“Non ci sono ragioni per dubitare che sarà possibile pervenire con tutti i soci, ivi compresi coloro che lo sono già e che intendessero rimanerlo contribuendo alla ricapitalizzazione, ad accordi equilibrati e trasparenti che assicurino ad Aeradria una governance adeguata: una governance nello stesso tempo competente e sensibile alle esigenze e alle aspettative del territorio, assicurando comunque la creazione delle condizioni che consentano il perseguimento dell’obiettivo, già indicato dall’attuale socio di maggioranza relativa di Aeradria (la Provincia di Rimini), di imboccare la strada da percorrere con convinzione fino in fondo di una riconfigurazione societaria mirata ad attrarre e a essere più attrattiva rispetto all’apporto di capitali privati. Ciò senza che Banca Carim coltivi propositi di natura speculativa, mirando l’intervento deliberato dal Consiglio a tutelare le ragioni di credito dell’Istituto nei confronti della società di gestione dell’Aeroporto di Rimini”.
Da Carim chiariscono anche che “il progetto potrebbe consentire il salvataggio di Aeradria e tiene naturalmente conto delle indicazioni fornite dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’”Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale”, emanato il 29 gennaio 2013, e che “Banca Carim non si sente in alcun modo chiamata in causa da chi afferma che “Aeradria ha realizzato gli investimenti necessari confidando nella concessione di credito bancario” e che la “mancata erogazione ha provocato la crisi della società”: chi ne parla certamente si riferisce ad una nota operazione di finanziamento, organizzata da un pool di banche al quale Banca Carim era assolutamente estranea, che all’ultimo momento non si è concretizzata per il disimpegno di alcuni Istituti di Credito, e di cui a Banca Carim non potrebbe essere attribuita alcuna responsabilità diretta o indiretta”.